Espressionismo Materico Astratto (1928-1960)
«Il rigoglio della materia non è, in Alfieri, un segno vitalistico, ma un’eccedenza anarchica: l’emblema di un disordine irrisolto, dell’emergere di un inconscio renitente a ogni logica costituita (Il mio arcano, 1943). Africa del 1944, ad esempio, è un grumo di gesso spaccato, in cui calce, colla e sabbia suggeriscono, come le contemporanee Sterpi, un senso di grevità riarsa.
... Accanto a certi esiti realisti, infatti, dipinge nel dopoguerra alcune opere vicine all’informale per la gestualità e la matericità della composizione. Frutto di una sensibilità materica è anche un ciclo di lavori più tardi, dove un frammento di legno diventa il nucleo ispirativo e generativo di una serie di composizioni (Crocifissi, 1968-1970)». E. Pontiggia, Attilio Alfieri, catalogo Mostra del centenario, Ancona 2004.
... Allora presi in mano quella frutta come un oggetto freddo, e altri oggetti poi deposti a terra in ordine scomposto. Dimenticai quegli oggetti. ... Finalmente dopo mesi di impaziente attesa, provai un effetto sgradevole e gradevole nel contempo per un imprevisto rimescolio delle carte estetiche. ... Eccomi dunque ad aggredire con la spatola quello che fu l’orgoglio di un succulento frutto, la sua splendente fisicità ridotta ad un bavoso magma, ...che si carica di umori esistenziali chiusi nel segreto di una scorza di zucca che ti implora un po’ di amore. A. Alfieri, La mia «natura viva», Terzo Occhio n.32, Bora, Bologna marzo 1986.