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1930 - 1939 Via Solferino 11 e l'esperienza polimaterica

3 marzo 1930

Sono ritornato a Milano. Finalmente ho trovato da fare il verniciatore nella solita ditta “Forni”. Mi hanno messo capo operaio nel lavoro di verniciatura nell’ospizio Giuseppe Verdi. Sono contento ... perché il mio corpo e il mio spirito non resisterebbero come l’anno scorso.

Lo studio di via Solferino

Ho preso in affitto un abbaino in via Solferino 11. Che destino! Vicino al mio abita il pittore Giovanni Colombo detto da Busnago, virtuoso del Naviglio, fratello del Colombo che mi fece compagnia a Porchera, anzi abitammo insieme! (*)

 

Il palazzo di via Solferino diventerà un vero e proprio covo di giovani artisti, tra i quali Saltini, Andreoni, Mantica, Bonfantini, Birolli, Spilimbergo, Lilloni, Greggio, Del Bon, frequentato anche da altri artisti e intellettuali come Giolli, Persico, Gatto, Cantatore e Carrieri. Ad Alfieri viene proposto di unirsi al gruppo che prenderà poi la denominazione di “Corrente” e ai “chiaristi”, ma lui, timido e scontroso, temendo di apparire inferiore ai colleghi per il lavoro di imbianchino, si tiene appartato.

Discute volentieri col Persico, soprattutto di problematiche religiose, campo in cui si sente più sicuro, e inizia a frequentare la Galleria del Milione, luogo d’incontro di giovani artisti, architetti e critici aperti all’arte moderna.

 

Oggi è stata inaugurata la mostra di via Solferino 11. C’erano tutti i pittori dello stabile. E’ la prima mostra che io faccio. Sono un po’ commosso. (*)

 

I pittori del numero 11, del giugno 1931, organizzata da Persico e dal giornalista Orio Vergani, si tiene nell'attigua via Palermo, nei locali messi a disposizione dal commendatore Eraldo Bonecchi, proprietario anche dello stabile di via Solferino 11. Ad ottobre partecipa anche alla collettiva “Il fiore nell’Arte”, tenuta da Orticola al Castello Sforzesco di Milano.

Fabbriche

“Ho fatto domanda per l’iscrizione al Sindacato belle arti. Ecco, questo è un principio che in Arte non si dovrebbe effettuare. Io mi sono iscritto perché sono ansioso di partecipare alle mostre d’arte, giacché diversamente non si può farlo!” (*)

 

A febbraio del 1932 la domanda viene accettata, ed Alfieri può partecipare alla III Mostra d’arte del Sindacato regionale fascista belle arti di Lombardia - Biennale di Brera, dove, con l'opera Fabbriche del 1931, vince il premio-acquisto della Confindustria

Nel 1933 affresca alcune pareti alla Triennale di Milano, accanto a Sironi, Cagli e altri maestri; con il sostegno di Persico espone (fuori catalogo), in un corridoio della stessa Triennale, i suoi cinque omaggi-archetipo: Geroglifico, Omaggio a Persico, Omaggio a Pagano, Omaggio a Terragni e Omaggio a “Casabella”.

 

A ottobre muore la madre, alla quale Attilio era fortemente legato. Dà sfogo al dolore immergendosi nella pittura: sarà un periodo particolarmente intenso per la quantità e la qualità delle opere prodotte.

Elemento aerodinamico omaggio a Prampolini - Cosmoforme
Autoritratto - Entro la gabbia dell’inconscio

Dedica un omaggio a Prampolini (Cosmocomposizione - Omaggio a Prampolini) e realizza una serie ottico-cinetica di “Bozzetti per proiezione".

 

«Dipinge un Autoritratto (rinominato poi Entro la gabbia dell'inconscio) anticipante di almeno dieci anni la modulazione astratto-informale di Hartung, due "omaggi" a Mondrian (1° Omaggio a Mondrian rinominato poi Psicofisarmonica e 2° Omaggio a Mondrian) e il Bozzetto parete centrale poi dedicato a Soldati.

Bisognoso di solitudine e di indipendenza, nel 1934 abbandona l’abbaino di via Solferino e si trasferisce provvisoriamente al nr. 42 di via Bramante, ospite dell’amico scultore Ferrino Sebastiani, conterraneo e fratello di Argentina, sua futura moglie; qualche mese dopo si stabilisce in via Procaccini 60.

Catalogo personale al Circolo Filologico, Milano 1934.

Nell’aprile del 1934 tiene la prima mostra personale presentata da Dino Bonardi al Circolo Filologico di Milano.

 

L’impegno preso con il Circolo gli fa perdere però la “grande occasione”: una personale alla Galleria del Milione con presentazione di Persico, che in una lettera all’artista scriveva: “ ... richiamandosi poi ai ‘tredici pezzi’ che abbiamo scelto insieme da esporre alla ‘Galleria del Milione’ con ottime condizioni, e mia presentazione nell’autunno del 1934, in attesa che tu possa disporre ancora, almeno di una decina di ‘pezzi’. Invece tu, intendi esporli nella primavera prossima al Circolo Filologico! Che debbo dirti caro Alfieri? Capisco il tuo precedente impegno, ma qualche volta, santo cielo! E' necessario essere uomini pratici! Non lasciarsi sopraffare dagli scrupoli, dalla timidezza, da quell'isolamento che precluderà la tua strada; devi essere duro verso un certo prossimo, più attivo verso la cultura!”.

Dal 1935 al ’39 riduce l’attività pittorica al cavalletto per dedicarsi all’esecuzione di lavori pubblicitari per le manifestazioni fieristiche in Italia e all’estero, che darà vita ad una straordinaria serie di pannelli polimaterici con il fantasioso e audace utilizzo di immagini e fotogrammi, impensabile per quei tempi. Negli stessi anni studia per conseguire il diploma di maturità artistica al Liceo di Brera, con lo scopo di accedere all’insegnamento e abbandonare il pesante lavoro di imbianchino. Raggiunge l'obbiettivo alla vigilia della guerra ottenendo nel 1939 la cattedra di affresco e decorazione alla Scuola Umanitaria di Milano.

Attilio Alfieri a Milano, 1941.

Grazie alla mia natura labilissima, spinta al fantastico mi alienavo dalla condizione del cavalletto come non altri, tipico esempio: Sironi, quando dipingeva un Pannello Fieristico. Operavo astrattamente, indifferentemente promiscuando qualsiasi immagine - icona ambigua o no, traducendomi così nel traslato concetto del racconto a servizio di un prodotto rivalutato sul terreno interoggettivo e massificato, suggestionabile verso la ricerca dell'inedito. (*)

 

Nei primi anni ’30 l’attività espositiva si limita soprattutto alle mostre sindacali lombarde.

 

Nel 1935 è per la prima volta alla Quadriennale di Roma, dove tornerà nel 1939, nel 1943 e nel 1956, anno in cui otterrà il premio acquisto.

Mariuccia
Castello Sforzesco - La Ghirlanda

Nel 1937 alla Esposizione universale di Parigi, espone Mariuccia del 1932 ed ottiene il diploma con medaglia d’oro.

 

Nel 1938 partecipa alla Biennale di Venezia con la tela Castello Sforzesco del ‘31.

Catalogo mostra alla Galleria Genova con Grossi, Quarti e Viviani, Genova 1939.
Nota spese del pittore Viviani per la mostra alla Galleria Genova.

Nel 1939 vince il primo premio del Sindacato belle arti di Roma e il quarto premio alla Mostra del paesaggio bergamasco; tiene inoltre la prima personale fuori Milano alla Galleria Genova di Genova, con Quarti Viviani e Grossi.

(*) Citazioni tratte dai diari e scrtti di Attilio Alfieri.