Questo sito utilizza cookie di profilazione propri e di "terze parti" al fine di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze manifestate dall'utente nell'ambito della navigazione in rete. Alla pagina dell'informativa estesa è possibile negare il consenso. La prosecuzione della navigazione comporta la prestazione del consenso all'uso dei cookie. Informazioni OK

1966 - 1992 La maturità artistica e la seconda giovinezza

La notorietà e la connessa necessità di produrre per il mercato, lo tormentano e soffocano la sua creatività, sente la necessità di tornare a “dipingere” in tranquillità e solitudine, ma lo studio di via Pantano è troppo frequentato. Soggiorna periodicamente a Rapallo e cerca di scaricare la tensione dipingendo acquarelli en plein air e di ritrovare nel Levante ligure la suggestione dell’amata riviera del Conero.

San Michele di Pagana
Attilio Alfieri, Portovenere 1970
Attilio Alfieri, Portonovo 1980
Portonovo

Nell’autunno del ‘67 affitta un ampio e luminoso lucernario, non molto distante dallo studio di via Pantano, in una palazzina interna di via San Francesco d’Assisi, l’atelier ideale, da tenere segreto, dove sviluppare le nuove idee e la ricerca pittorica.

Che Guevara
Il '68
Nuragico

Ispirato dal susseguirsi degli eventi, le tragiche morti di Che Guevara, di Martin Luther King e dei Kennedy (America 1968), dal crescente movimento del Sessantotto e dei gruppi femministi (serie Il ’68), dagli anni del dell’impegno civile (Via le centrali nucleari!) e del terrorismo, produce una serie di opere, anche di grandi dimensioni, e un ciclo celebrativo dei Nuraghi della Sardegna. Opere realizzate a tecnica mista e il ritorno al collage, con l’utilizzo di immagini e fotografie, spesso scattate da lui stesso, di stampe e ritagli di giornali e di oggetti trovati per strada.

Cerimoniale di una forma
Ancestralismo strutturale

Nel 1973 da alcune di queste opere saranno prodotte cartelle di litografie: Le ignote galassie, Cerimoniale di una forma, Ancestralismo strutturale (ed. Il Torchio di Porta Romana, Milano) e I sette vizi, una sorta di nuova arte sacra anticonformista (ed. La Nuova Foglio, Jesi).

Treccia d’aglio
Cestino
Cigno

Negli anni ’70 vengono anche prodotti: un piatto raffigurante una treccia d’aglio, ad opera del ceramista Giuseppe Rossicone; un multiplo in oro e argento, raffigurante un cestino di frutta, realizzato da Wenk, Milano; Il cigno, una ceramica ispirata ad un progetto per scultura del 1933, già utilizzato per due litografie.

Palazzo dell’Arengario, ingresso della mostra di Attilio Alfieri, Milano 1970.
Domenico Cara e Attilio Alfieri all’antologica al Palazzo dei Diamanti, Ferrara 1979.

Dopo l’antologica del 1964 a Torino, seguiranno: quella del 1970 a Milano, al Palazzo dell’Arengario; del 1971 a Torino, alla Società Promotrice Belle Arti al Valentino; del 1974 a Roma, al Palazzo Braschi; del 1978 a Loreto, al Palazzo Apostolico e quella del 1979 a Ferrara, al Palazzo dei Diamanti.

Monografia di M. Venturoli, ed. Cortina 1980.
Attilio Alfieri e Renzo Cortina all’inaugurazione della personale alla Galleria Cortina, Milano 1972.

Dalla profonda amicizia e stima con Renzo Cortina (diverse le esposizioni nelle sue gallerie) nasce nel 1980 la più completa monografia di Attilio Alfieri. Edita da Cortina e curata da Marcello Venturoli, comprende un’esauriente antologia critica, uno scritto dello stesso Alfieri, Racconto di una esperienza, a testimonianza e documentazione di cinquant’anni di lavoro, e duecentosessanta opere pubblicate.

 

Molte di quelle opere, circa duecento, saranno esposte al Palazzo Reale nell’estate dell’anno successivo, in un’ampia antologica promossa dal Comune di Milano, come riconoscimento del suo ruolo artistico a Milano.

Attilio Alfieri ha ricevuto "Il Leonardo", Premio alla riconoscenza ai benemeriti della cultura, Ferrara 1980.
Attilio Alfieri riceve il Premio alla Riconoscenza, Palazzo Isimbardi, Milano 22 dicembre 1988.

Nell’ottobre del 1980 il Consiglio di presidenza del Concorso letterario nazionale “Ferrara città del silenzio”, conferisce ad Alfieri il “Leonardo”, premio alla riconoscenza ai benemeriti della cultura.

 

Nel 1988 l’ulteriore consacrazione da parte della Provincia di Milano con l’assegnazione del “Diploma con medaglia d’oro alla riconoscenza”.

Fondale
Astrazione

“L’ultimo periodo della produzione di Alfieri, verso la fine degli '80, si chiude con alcune opere forse anche simboli di una condizione esistenziale. Infatti nelle tele intitolate Fondale, Astratto, Astrazione, tutte del 1989, egli si abbandona a una spontaneità gestuale, peraltro già sperimentata in alcuni precoci disegni, come I miei nervi sempre tra i piedi, 1919, o Geroglifici, 1925: una spontaneità vicina all’action painting americana, che denota una condizione drammatica di disagio dell’artista quale espressione di una ricerca affannosa e di una necessità di distruggere e cancellare nella speranza poi di ricostruirsi rinnovato”. L. Sansone, Sintesi di un secolo di pittura di Attilio Alfieri, Catalogue raisonné, Mazzotta,Milano 2012.

Catalogo antologica al Comune di Loreto, ed. Bora 1989.
Attilio Alfieri e Ancilla Tombolini, sindaco di Loreto, Loreto 1989.

La mostra antologica del 1989 a Loreto, curata da Armando Ginesi, è l’ultimo omaggio dell’amministrazione Comunale della sua città natale.

La lunga malattia della moglie Argè, che nel 1989 l’ha ridotta in uno stato di seminfermità, e la dedizione con cui Attilio l’assiste, condividendone quotidianamente le sofferenze, logorano la sua esistenza, impedendogli di continuare a dipingere. La morte di Argè nel giugno del 1990, lo trascinerà in una crisi profonda dalla quale non riuscirà a riprendersi. A meno di due anni dalla morte di Argé, Attilio Alfieri, dopo una breve malattia si spegne a Milano il 22 aprile del 1992.

Portorecanati

Le ultime sue opere sono una decina di schizzi a china eseguiti a Loreto nel 1991.