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1966 - 1992 La maturità artistica e la seconda giovinezza
La notorietà e la connessa necessità di produrre per il mercato, lo tormentano e soffocano la sua creatività, sente la necessità di tornare a “dipingere” in tranquillità e solitudine, ma lo studio di via Pantano è troppo frequentato. Soggiorna periodicamente a Rapallo e cerca di scaricare la tensione dipingendo acquarelli en plein air e di ritrovare nel Levante ligure la suggestione dell’amata riviera del Conero.
Nell’autunno del ‘67 affitta un ampio e luminoso lucernario, non molto distante dallo studio di via Pantano, in una palazzina interna di via San Francesco d’Assisi, l’atelier ideale, da tenere segreto, dove sviluppare le nuove idee e la ricerca pittorica.
La lunga malattia della moglie Argè, che nel 1989 l’ha ridotta in uno stato di seminfermità, e la dedizione con cui Attilio l’assiste, condividendone quotidianamente le sofferenze, logorano la sua esistenza, impedendogli di continuare a dipingere. La morte di Argè nel giugno del 1990, lo trascinerà in una crisi profonda dalla quale non riuscirà a riprendersi. A meno di due anni dalla morte di Argé, Attilio Alfieri, dopo una breve malattia si spegne a Milano il 22 aprile del 1992.