Bozzetti (1930-1946)
«Su una sorta di espressionismo istintivo, integrato da letture cubiste e futuriste, Alfieri elabora una struttura base dell’immagine fortemente dinamizzata e di immediato impatto visivo, volutamente - lo ripetiamo - priva di eccessivi riferimenti colti. Da essa, l’artista muove per i suoi sondaggi in area astratta, in campo surrealista e dadaista con certe imprevedibili e giocose aggregazioni di forme e materie eterogenee, nelle possibilità espressive della fotografia e dell’aerografia.
... Nelle immagini di Alfieri gli esperimenti e le citazioni si affastellano, si accavallano, si intersecano dando vita a quell’imagerie che rappresentò, all’interno delle principali manifestazioni commerciali dell’epoca, un dato costante che prelude, da un lato, la cartellonistica pubblicitaria moderna, per altri la sublimazione e l’eversione lucida della cartellonistica stessa da parte di Pop Art e Mec Art». F. Gualdoni, Attilio Alfieri. Collages e disegni 1932-1953, Bora, Bologna 1978.
Allora mi affidavo alla promiscuità di tali mezzi, in quanto soggetti alla rimanipolazione comunicativa dei prelievi pubblicitari, per cercare una grammatica costruttiva che fosse compatibile di forme e spazi nel contesto dell’immagine. Ma una volta rimemorizzate queste immagini, attraverso un linguaggio già acquisito dalla cartellonistica, il mio intendimento era rivolto alla scansione razionale-surreale dei rapporti interni. Dagli appunti dell’artista.