1904 - 1929 La formazione
Attilio Alfieri, terzo di quattro figli, nasce a Loreto, in provincia di Ancona, il 16 febbraio 1904 da genitori analfabeti e di condizioni economiche modestissime.
Attilio Alfieri alla scuola elementare (in alto al centro), Loreto 1910.
Ancora bambino deve aiutare il padre fruttivendolo, che gli consentirà di andare a scuola a otto anni e di frequentarla fino alla seconda elementare; questa mancata formazione scolastica alimenterà la voglia di sapere e la ricerca: uno stimolo che lo accompagnerà in tutto il suo percorso artistico.
Disperato di infinito sapere, quel voler sapere frustrato: una mano reggeva il libro, l'altra spingeva il carretto paterno: di fatiche disumane respinto in un recesso rammarico di crescita scolastica. (*)
Attilio Alfieri, al centro nella banda di Loreto, 1919.
La passione per la musica - impara a suonare il clarinetto alla scuola delle Cappelle Musicali della Santa Casa - e per la poesia, che inizia a scrivere a diciassette anni, colmeranno in parte tale bramosia. La sua anima mistica, nutrita dalla madre devota, lo porterebbe anche a seguire la vocazione religiosa se i notabili di allora avessero mantenuto la promessa di farlo studiare in seminario a Recanati e all’Accademia di San Luca a Roma. Sarà Alessandro, il fratello maggiore, decoratore e pittore dilettante, ad avvicinarlo al mondo dell’arte.
Avrei potuto essere un musicista, al primo tormento dell’animo, un poeta al secondo tempo: ma né l’uno né l’altro fu possibile per la mia assoluta ignoranza in materia. Ora la pittura, per quanto sia più ignorante in tal materia, mi offre la possibilità di studiare da solo, avendo una attinenza pratica per vivere con la decorazione e l’imbiancatura. (*)
Ritratto 1917 Soldato 1919
Il primo dipinto ad olio conosciuto è del 1917, una copia di un ritratto del Settecento; è invece del 1919 Soldato , un disegno iperrealista realizzato con la tecnica dello sfumino.
La passione religiosa e l’arte della decorazione di Alfieri si alimentano nella Basilica della Santa Casa: lo affascinano gli affreschi del Melozzo da Forlì, del Signorelli e del Maccari, ma soprattutto vedere all'opera i decoratori Biagetti e Gatti nella Cappella Polacca, ai quali andrà la sua venerazione per avergli acceso l'ispirazione alla pittura religiosa.
Sei personaggi in cerca d’autore, pannello per scenografia, 1923
Da allievo decoratore collabora anche alla realizzazione di scenografie per il teatro di Loreto. Di questi lavori è rimasto un pannello del 1923, eseguito dall’artista per la messa in scena del dramma di Pirandello Sei personaggi in cerca d’autore . Quest’opera è una precoce testimonianza della capacità e del talento di Attilio Alfieri, che riscopriremo negli anni trenta-quaranta in quegli straordinari pannelli pubblicitari realizzati per le Fiere. L’abilità di Alfieri non passa inosservata al decoratore piacentino Camozzi, venuto a lavorare nella Basilica di Loreto, che da principio lo sceglie come aiutante, e poi lo sistema a Piacenza presso i pittori di chiese Aspetti e Rossi.
Ciò che pitturano i miei principali, rappresenta il ‘non plus ultra’ dell’arte, non meno di Maccari e di Raffaello; io un giorno li raggiungerò! (*)
Attilio Alfieri e la sua scenografia per il teatro di Loreto, 1923.
Si rende invece conto che la decorazione è un limite alla sua creatività e nel 1925 raggiunge Milano, dove trova un lavoro da imbianchino che gli consente di frequentare le scuole serali di "Brera" (allievo di Poliaghi) e i corsi superiori al "Castello Sforzesco" (allievo di Grandi).
Feci l'entrata a Milano come un passero tentennante, avido di beccare quel nutrimento cittadino necessario alla mia incolmabile ignoranza, innocente presunzione. (*)
Attilio Alfieri al servizio militare (al centro con la divisa più scura), Fiume 1927.
Nell’aprile del 1927 è arruolato nel Regio Esercito e trasferito a Fiume. Il suo spirito libertario mal si addice alla vita militare; esile di corporatura, intraprende un dissimulato digiuno, che gli varrà il congedo anticipato nell'ottobre dello stesso anno.
Questa notte ho montato di guardia, vidi uno spettacolo lunare meraviglioso. Ero proprio sbigottito. Ricorderò sempre simile impressione, e decisi di studiare il “vero” - la pittura - giacché la poesia mi ha per sempre abbandonato - Nota a posteriori: si noti che a 24 anni non conoscevo l’importanza dello studio del vero. (*)
In Brianza, Porchera 1927/1928.
La brama di perfezionamento artistico attraverso la “pittura dal vero” lo convince della necessità di trasferirsi in Brianza.
Mi faccio da mangiare e mi lavo un po' di biancheria e le pezze dei piedi che portai da militare. Voglio fare economia, spendo £. 26 alla settimana. Mangio malissimo. La mia paga di imbianchino è di £. 126, ho deciso di mettere da parte 100 lire alla settimana sino a raggiungere 5000 lire con quello che ho già da parte; eppoi prendere in affitto un locale in campagna e studiare per un anno intero la pittura ... (*)
Affitta quindi nel maggio 1928 un locale a Porchera, nei pressi di Calco, dove in compagnia del collega Aldo Colombo, può dedicare un anno allo studio del paesaggio. Nonostante la predisposizione al risparmio e alle privazioni, arriverà stremato alla primavera successiva. In attesa di trovare un lavoro a Milano, a maggio decide di trasferirsi a Merone, dove riesce a sbarcare il lunario dipingendo quadretti per le aste e sbrigando qualche lavoro di verniciatura e decorazione. Questa nuova condizione lo riporta alla normalità ma allo stesso tempo lo allontana dai suoi propositi di studio della pittura.
Trascorre l’inverno del 1929 presso i Morellini, impegnandosi in cambio dell’ospitalità a decorare la loro villa di campagna.
(*) Citazioni tratte dai diari di Attilio Alfieri.