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1950 - 1965 Gli anni dell'affermazione

L’attività artistica da cavalletto, che si era quasi interrotta nel 1943 a causa della guerra e della clandestinità, riprenderà con regolarità solo dal ’53, perché la miseria del primo dopoguerra lo aveva obbligato a privilegiare il lavoro di decoratore e di fierista.

La Rinascente primavera d’inaugurazione
Manifesto 1° Festival della Canzone Sanremo
Vipla Montecatini

Sono infatti dei primi anni ’50 gli ultimi lavori a carattere pubblicitario conservati: il pannello per la Rinascente del 1950, quello per il 1° Festival di Sanremo e un bozzetto per la Montecatini Vipla dell’anno successivo.

Parete Stand Montecatini
Realizzazione del bozzetto padiglione Montecatini alla Fiera di Milano nel 1953

Per l’allestimento del Padiglione Montecatini della Fiera di Milano del 1953, a cura dell’architetto Erberto Carboni, verrà scelto un bozzetto astratto-geometrico che Alfieri aveva eseguito nel 1930.

Attilio Alfieri a Milano, 1957.

Nel 1951 Alfieri aveva acquistato un piccolo appartamento in piazza Irnerio, frutto di economie e del lavoro di verniciatura e imbiancatura dell’intero edificio, lavori che l’amministrazione della cooperativa non volle poi riconoscere. Saranno necessari dieci anni di battaglie giudiziarie per ottenere giustizia, ma con l’umiliazione di vedersi pignorare il mobilio, subire l’esproprio dell’appartamento e infine lo sfratto nel 1959. Nell’ottobre dello stesso anno l’assegnazione da parte del Comune di Milano di una nuova casa popolare, sarà il punto di svolta nella vita dell’uomo e dell’artista, per il quale inizierà la sua affermazione anche dal punto di vista mercantile.

 

Il poeta Alfonso Gatto, che l'ebbe vicino in quegli anni, in occasione della personale del '53 alla Galleria Cairola, scrisse: “Dal principio della guerra ad oggi, la vita per l'Alfieri è stata un continuo calvario di sofferenze, di dolori e di miserie: dal naufragio egli ha salvato queste tele e queste tavole che parlano per lui, muto esile, piccolo, eppure dolce nella soavità che sanno avere i marchigiani quando son buoni”...

Pieghevole della collettiva alla Galleria la Colonna, Roma 1951.
Pieghevole della collettiva alla Hannover Gallery, Londra 1955.

Con la ripresa della produzione artistica torna a partecipare alle mostre collettive ottenendo numerosi riconoscimenti.

 

1950, premio acquisto Melegnano e la medaglia d'oro alla mostra Dieci pittori milanesi a Zurigo; 1952, premio con diploma alla Mostra di artisti italiani a Basilea; 1953, premio-acquisto, alla II Mostra regionale d’arte contemporanea di Macerata; 1954, Premio Milano e Premio "Cesare da Sesto" (primo premio); 1954, Premio Medardo Rosso (primo premio ex aequo) e il Premio Fratelli Zerloni alla II Mostra di pittura contemporanea di Desio; 1955, VIII Premio Suzzara "Lavoro e lavoratori nell'arte" (premio acquisto); 1956, premio-acquisto alla VII Quadriennale di Roma; 1957, Palazzo della Permanente, Milano di ieri e di oggi attraverso l'Arte, (1° premio ex aequo).

Pieghevole della personale alla Galleria Puccini, Ancona 1956.
Pieghevole della personale alla Galleria Cairola, Milano 1957.

E’ invece del 1952 alla Galleria Puccini di Ancona la prima mostra personale dopo il periodo bellico; seguiranno nel ‘53 la già nominata alla Galleria Cairola di Milano, nel ‘54 alla Galleria Il Camino di Roma, nel ’56 ancora alla Puccini di Ancona, nel ‘57 alla Cairola di Milano e nel ’58 alla Galleria Delfino di Rovereto.

Attilio Alfieri nell’atelier di via Pantano, Milano 1972.
L’atelier di via Pantano alla morte dell’artista, Milano 1992.

Nel 1956 lascia l’angusto studio di piazzale delle Milizie e si trasferisce in quello che sarà il suo definitivo atelier: un ampio spazio a pianoterra in via Pantano, ex deposito di formaggi e salumi, in pieno centro storico, concessogli in affitto dal Comune di Milano.

Monografia di G. Kaisserlian, ed. Bertieri 1959.
Monografia di G. Kaisserlian, ed. Il Milione 1960.

Nel 1959 il critico d’arte Giorgio Kaisserlian cura la prima monografia di Attilio Alfieri (edizioni Dante Bertieri) e dedicata alle opere eseguite a partire dal 1932, ma escludendo quelle sperimentali e le astratte. L’anno successivo, sempre Kaisserlian, ne curerà una seconda, 15 disegni di Attilio Alfieri (edizioni Galleria del Milione), eseguiti nel 1959-60.

Attilio Alfieri alla Greer Gallery, New York 1962.
Pieghevole della personale alla Greer Gallery, New York 1962.

L’intensa attività espositiva in Italia fa sì che il nome dell’artista sia conosciuto e apprezzato all’estero, attraverso mostre collettive e personali, a Londra, Zurigo, Ginevra, Amsterdam e a New York, dove alla Greer Gallery espone nel 1962 e nel 1963.

Pieghevole dell’antologica al Piemonte Artistico Culturale, Torino 1964.

E’ del 1964 a Torino la prima mostra antologica. Espone dipinti e disegni nel salone “Gazzetta del Popolo” del Piemonte Artistico Culturale; catalogo e presentazione di Luciano Budigna.

Contratto tra Attilio Alfieri, Guido Ramazzotti e Dagoberto Pavia, Milano 1961.

Le sue nature morte sono molto apprezzate dal mercato e sull’onda del successo non vengono a mancare le offerte di mercanti e mecenati disposti a sostenerlo e ad “amministrargli la produzione”.

 

Sollecitato dal gallerista Dagoberto Pavia, del Centro Artistico San Babila di Milano, e dal commendatore Guido Ramazzotti, quello delle famose distillerie, sottoscrive nel febbraio 1961 un contratto che lo impegna a cedere loro due opere al mese per un anno. Ma non riuscì ad adattarsi ai committenti e non lo onorerà. Capisce che quel contratto gli imporrebbe di produrre seguendo la moda, e Alfieri che non si era mai legato a gruppi o mercanti, non può accettare quel limite all’indipendenza, incompatibile con la sua visione d’artista. Resta fedele a se stesso pagando il prezzo dell’emarginazione, e una sorta di “ostruzionismo”.